Nuovi approcci nei corsi di Matematica per l’Architettura: connettere forme e formule in geometria attraverso esperienze laboratoriali

Autori

  • Paola Magrone
  • Maria Luisa Spreafico

DOI:

https://doi.org/10.15160/adfd.v14i24.2586

Parole chiave:

educazione matematica, istruzione superiore (architettura), metodologie hands-on, officine di matematica, origami

Abstract

I corsi di matematica del primo anno in architettura mirano a fornire agli studenti il ​​linguaggio scientifico, aumentare il pensiero spaziale, creativo, insieme alla capacità di riconoscere e creare forme e consentire un uso consapevole dei software di progettazione. Tuttavia, i futuri architetti italiani considerano spesso questi corsi marginali nella loro formazione (Pagano & Tedeschini Lalli, 2005). Per superare questa criticità, abbiamo sviluppato un’officina sperimentale di 4 ore seguendo la metodologia DBR (Brown ,1992; Barab & Squire, 2004). Il contenuto didattico è la parabola, familiare agli studenti del primo anno, riscoperta con attività volte a svelare il legame tra forma geometrica e descrizione analitica. Gli studenti piegano (su carta) l'inviluppo di una parabola, ne verificano la proprietà di riflessione, "scoprendo" così la descrizione algebrica della curva e, infine, la applicano ad un problema di luminosità in architettura. Dopo la fase di progettazione, il laboratorio è stato sperimentato con due gruppi di 75 studenti del primo anno del Politecnico di Torino e dell'Università Roma Tre nell'a.a. 2021-22. Il confronto delle nostre note sul campo con l'analisi comparativa delle risposte di un questionario finale ci ha fornito risultati incoraggianti sull'apprendimento concettuale e sul coinvolgimento, con un impatto sulla matematica al di là dell'esempio specifico considerato nell’officina.

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Pubblicato

31-12-2022