La relazione come esperienza vissuta tra corporeità e prossemicità

Autori

  • Manuela Gallerani

DOI:

https://doi.org/10.15160/2038-1034/12265

Parole chiave:

genere, performatività di genere, patriarcato, educazione, formazione

Abstract

Il contributo analizza il problema della formazione a partire dalla performatività di genere sviluppata dalla filosofa statunitense Judith Butler, nel solco del pensiero post-strutturalista e postmoderno. Questo originale approccio alle questioni di genere e sul genere permette di svelare sia i condizionamenti di un pensiero patriarcale ancora fortemente diffuso sia le derive di un presunto neutro universale (dando nuovo impulso alle riflessioni femministe e riconoscendone il portato politico-culturale nel dibattito contemporaneo). Ha, inoltre, introdotto nuovi interessanti concetti generativi in merito a una critica radicale dei processi di inculturazione, in direzione di un’etica non violenta e inclusiva nei confronti delle differenze e delle minoranze ancora senza voce o misconosciute. In questo punto di intersezione risiede il contributo critico-costruttivo per una formazione intesa sia come strumento emancipativo, sia come risorsa trans-formativa sul piano etico e politico.

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Pubblicato

30-12-2020

Fascicolo

Sezione

SEZIONE I - Dossier monografico "Corpi e politica. Generi, formazione, trasformazione della società"