Il diritto alla genitorialità delle persone disabili. Per una introduzione al tema

Autori

  • Angela De Piano

DOI:

https://doi.org/10.15160/2038-1034/1928

Parole chiave:

genitorialità, disabilità, inclusione, educazione, progetto di vita

Abstract

Sempre più spesso oggi si discute di genitorialità in rapporto alla disabilità pensando alla presenza in famiglia di un figlio disabile e alla necessità di garantire ai genitori un adeguato supporto. È importante aiutarli durante il difficile processo di accettazione della disabilità e, in seguito, sostenerli attraverso una rete di supporto sociale per assicurare al nucleo famigliare una migliore Qualità della Vita. Ancora poco, però, si discute del diritto delle persone disabili alla genitorialità. Tale diritto è sancito dall’articolo 23 della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità, sottoscritta anche dall’Italia, che sostiene che gli Stati Parti devono adottare efficaci misure per eliminare le discriminazioni nei confronti delle persone disabili in tutto ciò che riguarda il matrimonio, la paternità e le relazioni personali su base di uguaglianza con gli altri. Ciò va fatto in modo da garantire loro il riconoscimento del diritto di sposarsi e fondare una famiglia. In questo ambito in Italia vi è un vuoto non soltanto normativo, ma soprattutto culturale, informativo, educativo, che incide sull’aggiornamento del nostro ordinamento. Gli interventi su questo tema sono ancora pochi e nel concreto quando una persona disabile desidera diventare genitore o sta per diventarlo, non trova un’adeguata rete di supporto ed è costretta a procedere improvvisando, talvolta in un percorso a ostacoli. L’articolo propone una riflessione su questa problematica, constatando come rivoluzionari passi in avanti per l’inclusione siano stati fatti negli anni Settanta, anni di globale contestazione, per poi rallentare ai giorni nostri, fin quasi a giungere oggi a una fase di stallo che, si spera, non diventi involuzione.

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Pubblicato

19-11-2018