Observations on the historical distribution of the red deer, Cervus elaphus L., 1758, in the wood of Mesola (Ferrara), and in the Po delta (north-eastern Italy)
DOI:
https://doi.org/10.15160/1824-2707/1333Abstract
Summary - Several authors currently regard the red deer of the Mesola wood (Gran Bosco della Mesola o Boscone della Mesola) of the abbey of Pomposa, as the only endemic deer of the Italian peninsula. However, certain evidence on the historic distribution of the species points to a different situation. In reality, the Mesola dunes, where the deer park was established by the d’Este princes in the late Middle Ages, originated from the geological settlement of the mouth of the river Po not prior to the 13th century AD. Thus, the red deer may not have been autochthonous but introduced after this event from abroad. However, an eastwards diffusion of the species, progressively colonizing the new coastlines from the hinterland of the Ferrara plain, just a few meters westwards of the dune spits, cannot be ruled out. Few osteological remains and literary data on the diffusion of this species are available in the territory of the Po delta from prehistoric times to the Middle Ages.
Riassunto – Osservazioni sulla diffusione storica del cervo della Mesola, Cervus elaphus L., 1758 (Ferrara), e nel delta padano (Italia nord-orientale).
Osservazioni sulla diffusione storica del cervo della Mesola, Cervus elaphus L., 1758 (Ferrara), e nel delta padano (Italia nord-orientale). Vari autori considerano il cervo del Gran Bosco della Mesola o Boscone della Mesola della Prepositura Pomposana, nel delta del Po ferrarese, come l’ultima popolazione endemica della specie dell’intera penisola italiana. Dati sulla distribuzione storica dell’animale farebbero invece propendere per una diversa situazione. In realtà le dune dove, nel basso Medioevo, fu creato un parco per cervi dai duchi di casa d’Este, sono state originate dall’assestamento della foce del Po non prima dell’XIII secolo d.C. Come conseguenza di ciò, i cervi vi potrebbero non essere autoctoni ma esservi stati introdotti in seguito. Anche se non si può escludere una diffusione verso est della specie che avrebbe progressivamente colonizzato le nuove linee di costa, dall’interno della pianura ferrarese, pochi metri più a ovest dei cordoni dunali. Rari reperti osteologici e dati di letteratura sulla diffusione della specie sono disponibili per il delta padano dalla preistoria al Medioevo.