Testimonianze di pratiche cultuale dai resti faunistici del Tempio VI del Timpone della Motta (Cosenza)

Authors

  • Nicoletta Perrone

DOI:

https://doi.org/10.15160/1824-2707/1326

Abstract

Riassunto -

Le indagini condotte tra il 2008 e il 2009 presso il complesso santuariale del Timpone della Motta, Francavilla Marittima (Cosenza) hanno portato alla luce i resti di un nuovo edificio templare, l’Edificio VI (VI secolo a.C.). Le ricerche hanno evidenziato una struttura di forma irregolare interpretata come altare, alla quale sono riferibili materiali ceramici, oggetti bronzei, vasi potori, coroplastica, in associazione ad una cospicua quantità di resti faunistici combusti frammisti a ceneri. Dall’analisi del record osteologico emerge che la maggior parte dei resti faunistici è relativa ad animali domestici ed in particolare ai caprovini che, con una percentuale superiore al 90% del totale, dominano tutti gli altri resti riferibili alla fauna domestica. Le peculiarità del campione consta nella omogeneità di combustione – fino alla calcinazione delle stesse – e nella mirata selezione degli elementi anatomici. Le uniche regioni scheletriche determinabili sono quelle relative a parte del quarto posteriore degli ovicaprini: femori, patelle rotulee e vertebre coccigeo-caudali. Alla luce dei dati scaturiti dall’esame del campione faunistico e dall’associazione tra i materiali organici ed inorganici, è ipotizzabile che i resti animali esaminati siano il prodotto di riti sacrificali di matrice greca. Le pratiche riconosciute all’interno dell’Edificio VI trovano puntuali confronti con evidenze già note in letteratura nell’ambito delle conoscenze sull’impiego della fauna domestica durante i riti sacrificali di origine greca.

 

Summary - Evidence of cultural practices from animal remains in the temple VI at Timpone della Motta (Cosenza)

Surveys made between 2008 and 2009 at the shrine complex of the Timpone della Motta - Francavilla Marittima (Cosenza) - have unearthed the remains of a new temple building, the Building VI (6th century BC). So far, research has shown a structure of irregular shape interpreted as an altar, which pottery, bronze objects, drinking vessels, and choroplast refer to, along with a substantial amount of animal remains mixed with flue ashes. The analysis of animal remains shows that most of them relates to domestic animals and particularly to sheep and goats that, with a percentage higher than 90% of the total, dominate over all the other remains referable to the domestic fauna. The peculiarity of the sample consists in the combustion homogeneity - until calcination – and in the targeted selection of the anatomical elements. The only determinable skeletal regions are those from the hindquarters of sheep and goats: femora, kneecap, coccygeal and caudal vertebrae. The result of this study, together with their relationship with other materials, suggests that the remains of animals examined are the product of sacrificial rituals of Greek roots. All the practices, observed thanks to the analysis within the Building VI, perfectly match the ancient literature about the use of domestic animals during sacrificial rituals of Greek origin.

Published

2016-12-31

Issue

Section

Proceedings