<I>Mobilising the East: Some Notes on Robert Guédiguian's</I> Le voyage en Arménie

Autori

  • Aidan Power power@uni-bremen.de

DOI:

https://doi.org/10.15160/1826-803X/752

Abstract

Nella società francese, a partire dallo sgretolamento del suo ruolo di potenza coloniale verso la fine degli anni Cinquanta del secolo scorso, si sono verificati significativi cambiamenti di paradigma. Una realtà, questa, che si è andata riflettendo gradualmente sullo schermo e nella narrativa di viaggio. A sua volta, tutto ciò ha portato verso un crescente interesse nei confronti del road movie, genere per definizione capace di sfidare binomi apparentemente duraturi come i confini, l’identità e lo spazio. Il viaggio stabilisce una distanza temporale e geografica, ma anche dei luoghi attraverso cui la società e il ruolo che ciascuno occupa al suo interno possono venire meglio rappresentati. Recenti produzioni come Lontano (Loin, 2001) di André Téchiné, Viaggio alla Mecca (Le grand voyage, 2004) di Ismaël Ferroukhi e Exils (2005) di Tony Gatlif, tutte incentrate su viaggi di partenza dalla Francia, esemplificano molto bene questo trend. Il presente contributo è dedicato all’analisi di Le voyage en Arménie (2006) di Robert Guédiguian, un’opera superficialmente affine nei temi e negli interessi agli esempi citati, ma che tuttavia si discosta notevolmente sotto diversi aspetti dai recenti road movie francesi.

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Cinema