<I>Portents, Horrors, Fatal Attractions. The Gothic Menace on Late-Eighteenth-Century English Stages</I>
DOI:
https://doi.org/10.15160/1826-803X/758Abstract
A partire dal singolare intreccio intellettuale che lega James Boaden e Matthew Gregory Lewis, il presente saggio prova a indagare la natura della relazione che, alla fine del Settecento, si stabilisce fra gli adattamenti teatrali alimentati dai maggiori capolavori della narrativa gotica e i drammi gotici “originali”. La constatazione che quasi tutti gli autori allora impegnati ad adattare per la scena i novels gotici si mostrino preoccupati soprattutto di costruire una forma di dramma “goticizzante”, in grado di corrispondere a una rispettabilità culturale e sociale, viene qui interpretata come un tentativo intenzionale e programmato di depotenziare un genere, narrativo e poi teatrale, avvertito come sovversivo e antinazionale. Nello sforzo di normalizzazione che si registra in quegli anni si possono dunque cogliere i riflessi di una questione identitaria che attraversa la società britannica del tempo e che travalica l’ambito letterario, pur coinvolgendolo.