Il minore come persona digitale. Regole, tutele e privacy dei minori sul Web

Autori

  • Enrico Maestri

DOI:

https://doi.org/10.15160/2038-1034/1417

Parole chiave:

Lex informatica, governance di internet, persona digitale, offensività online, riservatezza

Abstract

Nel corso di questo lavoro ho inteso approfondire e discutere le seguenti tesi: 1. il code, ossia il software e l’hardware che costituiscono il cyberspazio, impone un assetto normativo sul comportamento individuale e collettivo nel Web. Con ciò non si nega la funzione regolativa del diritto sul cyberspazio; si pensi ad esempio alle sanzioni previste dalle leggi sul copyright, sul diritto contrattuale, sulla diffamazione e sull’oscenità. Pur tuttavia, Internet rappresenta un universo di flussi e di attriti restio all’imposizione top-down di qualsivoglia governance estranea ai propri utenti. Il code è performativo: “ciò che dice fa”; 2. il cyberspazio è un luogo ambivalente, ove molte attività si sovrappongono alle attività del mondo reale e molte attività gli sono peculiari, denotando la plasticità che gli è propria. Il tasso di crescita dell’innovazione tecnologica continua ad aumentare ed è accompagnato da nuove insidiose forme di invasione della sfera privata delle persone. È forte la tentazione di rinunciare ai propri diritti per godere del paradiso tecnologico che ci viene offerto. Nell’ecosistema digitale compare una nuova entità – la persona digitale – quale esito tecnologico della riconfigurazione della nozione classica di persona; 3. lo sviluppo delle applicazioni 2.0 permette la connessione tra persone e loro corrispondenti identità digitali: soggetti che formano legami senza vincoli di spazio e di compresenza fisica diventano parte di uno sciame digitale. La nostra privacy (e in particolar modo quella dei minori, nativi digitali) è progressivamente erosa dalla nostra crescente accondiscendenza, apatia, indifferenza o supporto esplicito a misure che ci sono presentate come indispensabili o innocue. Se è ancora prematuro affermare che la privacy è ormai morta, le giovani generazioni sono protagoniste, volenti o no, di una prassi culturale e di una socializzazione primaria lontane dal concetto di privacy; 4. la quarta tesi, con cui concludo questo contributo, approfondisce la questione se si possono ancora ricavare spazi per forme di governance efficaci a tutelare la persona digitale: il suo diritto alla dignità, all’habeas data e alla riservatezza dei dati personali in Internet.

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Pubblicato

29-06-2017